Manovra, Anaao e Cimo-Fesmed: «Vergognoso l’emendamento su responsabilità professionale sanitari»

Tra gli emendamenti segnalati dalla maggioranza, il 69.0.25 tenta di rendere nuovamente contrattuale la responsabilità civile del personale sanitario. I sindacati: «È un attacco frontale alla categoria, lo contrasteremo in ogni modo»

Roma, 21 novembre 2025 – I sindacati dei medici Anaao Assomed e Federazione Cimo-Fesmed esprimono sgomento e indignazione di fronte all’improvviso tentativo della maggioranza parlamentare di peggiorare drasticamente il quadro della responsabilità professionale del personale sanitario.

Mentre da un lato il Governo promette lo scudo penale per garantire tutele e permettere a medici e professionisti sanitari di lavorare con un minimo di serenità, dall’altro si tenta di compiere un gravissimo colpo di mano, provando a demolire l’impianto della legge Gelli-Bianco, che aveva finalmente reso extracontrattuale la responsabilità civile del personale sanitario, limitandola alla sola colpa grave.

L’emendamento 69.0.25 alla manovra, presentato dalla senatrice Michaela Biancofiore e incredibilmente segnalato come prioritario dalla maggioranza, prevede infatti che “l’esercente la professione sanitaria… risponde in via principale del proprio operato a titolo di responsabilità contrattuale ai sensi dell’articolo 1218 del codice civile”. Inoltre, la responsabilità della struttura diventa sussidiaria, confinata a pochi casi, mentre il medico torna a essere il primo bersaglio, perseguibile senza tenere in alcuna considerazione la graduazione della colpa, con il rischio che le strutture possano perfino rivalersi su di lui per i risarcimenti. Un inaccettabile ritorno al passato.

«Siamo di fronte a un emendamento vergognoso, che riporta il Paese all’epoca della caccia al medico – dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed -. Questa proposta è un attacco frontale alla categoria. Non solo ignora anni di battaglie per costruire un sistema più equo, ma scarica sui medici responsabilità che dovrebbero ricadere sulle strutture. È un atto ostile e irresponsabile, che contrasteremo in ogni modo per tutelare i colleghi, già oggi schiacciati da responsabilità crescenti e da condizioni di lavoro sempre più insostenibili».

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CIMO-FESMED firma la pre-intesa per il contratto 2022-2024 dei medici e dirigenti sanitari

Il Presidente Quici: «Accordo positivo, ma prevalgono ancora posizioni demagogiche contro chi ha scelto il regime di non esclusività che andranno superate nel prossimo contratto. Ora aprire rapidamente il tavolo per il triennio 2025-2027»

Roma, 18 novembre 2025 – Doveva essere una trattativa rapida, e così è stato. Al quarto incontro presso l’Aran è stata firmata la pre-intesa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei medici e dei dirigenti sanitari relativo al triennio 2022-2024.

L’accordo prevede aumenti mensili che vanno dai 322 euro lordi per gli incarichi di base ai 530 euro per i direttori di unità operativa complessa dell’area chirurgica, mentre gli arretrati oscillano tra gli 8.066 euro e i 13.480 euro, al lordo dell’indennità di vacanza contrattuale già erogata.

«Siamo complessivamente soddisfatti del risultato ottenuto, che accoglie molte delle richieste da noi avanzate – dichiara Guido Quici, Presidente della Federazione CIMO-FESMED, il secondo sindacato più rappresentativo della categoria, cui aderiscono ANPO, ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED -. Come più volte auspicato, la trattativa si è concentrata sugli aspetti economici, riuscendo a destinare quasi il 90% delle risorse alla parte fissa della retribuzione. Gli interventi normativi sono stati limitati al miglioramento di alcuni punti del testo vigente, che avevano generato difficoltà applicative nelle Aziende, e all’introduzione di poche ma necessarie novità. D’altra parte, con le risorse stanziate dal Governo – sulle quali le parti sindacali, in sede Aran, non possono intervenire – non era possibile fare diversamente».

«Prima dell’avvio del confronto – prosegue Quici – avevamo individuato due priorità: valorizzare i giovani medici e ridurre le penalizzazioni economiche per chi ha scelto il regime di non esclusività. Con questo contratto l’indennità degli incarichi iniziali, assegnati ai professionisti con meno di cinque anni di servizio, sarà rivalutata del 55% a fronte di un aumento che va dal 16 al 20% per gli altri incarichi. Sul fronte della non esclusività, abbiamo ottenuto un aumento dal 55% al 65% rispetto a quanto percepito da chi opera in esclusività: un passo avanti che, tuttavia, riteniamo insufficiente a causa del veto posto da alcune Regioni e da alcune organizzazioni sindacali per motivazioni puramente demagogiche e lontane dalla realtà. Auspichiamo di poter superare questa ingiustizia già nel prossimo contratto. A tal fine abbiamo firmato una dichiarazione a verbale che impegna l’Aran, nella negoziazione del CCNL 2025-2027, a sanare questa discriminazione».

«Ora – conclude Quici – è fondamentale che l’iter di verifica della pre-intesa proceda rapidamente, così da arrivare al più presto alla firma definitiva del contratto e consentire alle Regioni di emanare l’atto di indirizzo per l’avvio delle trattative del triennio 2025-2027. Così facendo, per la prima volta il contratto si riallineerebbe al triennio di riferimento».

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