Da 14 sigle la proposta per ricostruire rapporti tra SSN e università

SUPERARE LA NORMATIVA ATTUALE PER RICOSTRUIRE I RAPPORTI TRA SSN E UNIVERSITÀ.

Il documento è firmato da 14 sigle tra Sindacati, Associazioni, Società Scientifiche

Roma 10 dicembre 2025 – Sindacati, Associazioni e Società Scientifiche scendono in campo per condividere una proposta operativa da presentare ai ministeri Salute, Mur e alle Regioni spinti dalla necessità di aggiornare la normativa che regola i rapporti tra Università e Servizio Sanitario Nazionale. Un documento scritto a molte mani che parte dall’analisi dell’attuale quadro legislativo, ritenuto datato, poco chiaro e fonte di numerosi problemi applicativi.

Le norme che disciplinano le relazioni tra Università e SSN – si legge nel documento sottoscritto da 14 sigle – risalgono agli anni ’70 e ’90 e regolano soprattutto l’integrazione tra attività assistenziale, didattica e di ricerca svolta da professori e ricercatori universitari all’interno delle strutture ospedaliere.

Un sistema che nel tempo ha fatto registrare varie criticità, tra cui:

  • Automatico conferimento di incarichi apicali (direzione di strutture complesse) ai professori ordinari senza concorso pubblico.
  • Conflitti di interesse, soprattutto nel ruolo del Rettore, coinvolto in nomine e approvazioni aziendali.
  • Squilibrio di rappresentanza tra Università e Regioni.
  • Mancata verifica delle competenze gestionali dei docenti nominati a dirigere strutture del SSN.
  • Disallineamento tra assunzioni universitarie e fabbisogni regionali, spesso influenzate dall’apertura di nuove Scuole di Specializzazione più che dalle necessità assistenziali.
  • Gestione disomogenea e talvolta personalistica delle Scuole di Specializzazione, con scarso coinvolgimento del personale del SSN.
  • Prevalenza degli interessi didattici su quelli assistenziali in alcuni contesti.
  • Eccessiva “clinicizzazione” degli ospedali e ridotte opportunità di carriera per il personale del SSN.

Vengono inoltre segnalate potenziali illegittimità, come la presenza di AOU prive di riconoscimento giuridico, incarichi senza avvisi pubblici e norme recenti (es. schema MUR 2025) che eccederebbero i limiti normativi.

Le 14 sigle propongono quindi un’alleanza formale tra associazioni, società scientifiche e sindacati per elaborare una proposta condivisa di aggiornamento della normativa da presentare alle istituzioni (Ministero Salute, MUR, Conferenza Stato-Regioni).

Gli obiettivi principali includono:

  • Modificare le norme del D.Lgs. 517/1999 e del DPCM 2001, giudicate obsolete e incomplete.
  • Superare i punti critici, tra cui:
    • intesa obbligatoria del Rettore per nomina dei Direttori Generali;
    • automatismo tra professore ordinario e direzione di strutture complesse;
    • incompatibilità tra ruolo universitario e incarichi apicali ospedalieri;
    • documentazione e gestione dell’impegno assistenziale dei docenti;
    • gestione trasparente di conflitti di interesse;
    • definizione chiara dei criteri di redazione dei Protocolli di Intesa;
    • maggiore coinvolgimento del personale del SSN nella didattica;
    • istituzione di teaching hospitals su modello europeo.

Una nuova normativa dovrebbe:

  • allineare meglio le attività universitarie ai fabbisogni del SSN;
  • favorire una programmazione formativa più coerente e sostenibile;
  • eliminare conflitti di interesse, in particolare nel ruolo del Rettore;
  • assicurare che le scelte organizzative rispondano a un autentico interesse generale condiviso da Università e SSN.

SNO – Società dei Neurologi Neurochirurghi Neuroradiologi Ospedalieri

ACOI – Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani

ADOI – Associazione Dermatologi, Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica

ANAAO ASSOMED – Associazione Medici Dirigenti

AOGOI – Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani

AURO.IT – Associazione Urologi Ospedalieri Italiani

CIMO-FESMED – Organizzazione sindacale a cui aderiscono le sigle ANPO, ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED

CIPOMO – Collegio dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri

COLLPRIMVASC – Collegio dei Primari di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare

CPUI – Collegio dei Primari di Urologia Italiani

CPCT – Collegio di Chirurgia Toracica

FADOI – Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Interni

SICADS – Società Italiana Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery

SIPAD – Società Italiana Medico Chirurgica di Patologia Apparato Digerente

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Responsabilità professionale sanitari, Anaao e Cimo-Fesmed a Biancofiore: «Replica incomprensibile»

Roma, 21 novembre 2025 – «La replica della senatrice Biancofiore al nostro comunicato stampa – con cui abbiamo denunciato l’assurdità del suo emendamento alla manovra, destinato a peggiorare drasticamente il quadro della responsabilità professionale – risulta del tutto incomprensibile. Fortunatamente, lo stesso partito della senatrice, attraverso una nota del responsabile Sanità Andrea Costa, ha preso le distanze dall’inaccettabile proposta» dichiarano Pierino Di Silverio, Segretario Anaao Assomed, e Guido Quici, Presidente Cimo-Fesmed.

«In primo luogo, si tratta di un emendamento segnalato dalla maggioranza: per questo abbiamo ritenuto doveroso coinvolgere l’intera coalizione, benché dal Governo siano già arrivate rassicurazioni sul fatto che la proposta della senatrice non avrà alcun seguito. In secondo luogo, negli esempi citati dalla senatrice – come l’asportazione del rene sano o l’intervento sulla gamba sbagliata – l’attuale normativa in materia di responsabilità professionale prevede già che il medico risponda degli errori commessi, e lo faccia sia in sede penale che civile. I cittadini, dunque, com’è giusto che sia, sono già ampiamente tutelati in caso di contenzioso. Al contrario di quel che pensa la senatrice, oggi i medici sono sottoposti a cinque tribunali indipendenti e paralleli e ad una vergognosa gogna mediatica: per la tutela dei cittadini e dei malati, è urgente una proposta di revisione della responsabilità professionale dei sanitari, che vada però nel senso opposto a quello proposto».

«Infine, risulta davvero difficile comprendere come questo emendamento possa “favorire i medici”. L’unico effetto della sua eventuale approvazione sarebbe un’ulteriore fuga di professionisti dal Servizio sanitario nazionale, con conseguenze gravissime: a quel punto, sì, i cittadini avrebbero reali difficoltà ad essere curati».

«Siamo convinti che proprio la maggioranza e il Parlamento sapranno giudicare l’emendamento in questione. In ogni caso, restiamo disponibili al dialogo costruttivo».

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